Immagina di essere in un punto sperduto dell’Islanda, o nel cuore di una metropoli asiatica dove le strade non hanno numeri civici. Hai bisogno di dire dove sei, ma non c’è un indirizzo, nessun riferimento chiaro, solo paesaggio. È qui che entra in gioco what3words, l’app che ha reinventato il concetto di posizione.
Creata a Londra nel 2013, questa tecnologia ha diviso l’intera superficie del pianeta in 57 trilioni di quadrati di tre metri per tre, assegnando a ciascuno una combinazione unica di tre parole. Niente più coordinate lunghe o indirizzi imprecisi: bastano tre termini per individuare con precisione assoluta qualsiasi punto sulla Terra.
Come funziona davvero
Una volta scaricata l’app o aperto il sito what3words.com, il mondo si trasforma in una gigantesca mappa di parole. Toccare un punto significa conoscerne subito il “codice” composto da tre termini, ad esempio ///oceano.cielo.luce. Inserendolo su un’altra app, chiunque può raggiungere esattamente quel punto, che si tratti di una spiaggia isolata, un campo base o un ingresso nascosto in città.
Il sistema funziona anche offline, permettendo di salvare posizioni e condividerle senza rete. È semplice, universale e tradotto in oltre 50 lingue: puoi usare la versione italiana o quella locale del Paese in cui ti trovi, con la stessa accuratezza.

Un alleato silenzioso per chi ama viaggiare
Per i viaggiatori, what3words è più di un’app: è un linguaggio geografico alternativo. Permette di incontrarsi in un punto preciso di un parco, indicare l’esatto ingresso di un ostello o segnalare un luogo remoto nel deserto.
Molti servizi di emergenza in Europa e nel Regno Unito lo utilizzano già per localizzare persone in difficoltà; allo stesso modo, diverse compagnie di trasporto e consegna impiegano il sistema per raggiungere indirizzi difficili. In un’epoca in cui il mondo è sempre più connesso ma spesso mal mappato, la precisione di what3words rappresenta una forma di libertà.
Quando la tecnologia incontra la poesia
Ogni luogo, anche il più remoto, assume un nome che suona come un haiku. ///vento.ulivo.roccia potrebbe essere il punto esatto in cui hai piantato la tenda durante un viaggio in Salento. ///tramonto.silenzio.vista il punto panoramico da cui hai scattato la tua foto preferita.
È una tecnologia che unisce precisione matematica e immaginazione linguistica, rendendo la geolocalizzazione più umana, più intuitiva, quasi narrativa. Per chi ama i viaggi autentici e non guidati, è uno strumento che restituisce il piacere di orientarsi nel mondo con semplicità.

I limiti del progetto
What3words resta un sistema proprietario, quindi chiuso al pubblico sviluppo. Funziona in modo impeccabile per localizzare superfici orizzontali, ma non distingue i piani di un edificio. Inoltre, poiché alcune combinazioni possono essere simili, occorre prestare attenzione alla scrittura: basta una parola errata per trovarsi a centinaia di chilometri di distanza.
Nonostante ciò, la sua diffusione è in costante crescita, grazie anche alle integrazioni con navigatori come Google Maps, Apple Maps e Waze, che riconoscono automaticamente le coordinate a tre parole.
Viaggiare con più consapevolezza
What3words non sostituisce il piacere dell’esplorazione, ma lo amplifica. Ti consente di muoverti con sicurezza, anche dove le mappe finiscono. È la bussola contemporanea per chi sceglie strade secondarie, per chi ama le aree remote e per chi cerca nei luoghi non solo una destinazione, ma un’emozione precisa.
In fondo, sapere esattamente dove sei nel mondo non è solo un fatto tecnico, ma una forma di consapevolezza. Tre parole bastano per ritrovarti, ovunque.
