Trend di viaggio 2026: come cambiano le scelte e perché

Il 2026 non segna una rottura netta con il presente, ma un consolidamento più maturo. Chi viaggia continua a farlo, spesso anche più di prima, ma con una logica diversa: meno “copia e incolla”, più intenzionalità. Le principali analisi e previsioni pubblicate negli ultimi mesi da osservatori come Booking.comExpedia GroupSkyscannerEuromonitor e UN Tourism convergono su un punto chiave: il viaggio non è più solo una destinazione, ma una scelta identitaria.

Non si parte “per andare via”, ma per ottenere qualcosa di preciso: tempo, silenzio, stimolo, ispirazione, riconnessione, esperienza. Ed è da qui che nascono i trend più solidi del 2026.

La scelta personale

La parola che ricorre più spesso nei report è personalizzazione, ma il significato è cambiato. Non si tratta di aggiungere optional, bensì di progettare viaggi coerenti con il proprio stile di vita. La ricerca alla base delle previsioni Booking.com insiste su un punto: nel 2026 molte scelte si spostano da “dove vanno tutti” a “cosa rispecchia me”, con hobby, interessi, ritmi e micro-obiettivi che pesano sempre più.

Questo spiega perché nel 2026 funzionano itinerari costruiti attorno a un’idea precisa – una passione, una ricorrenza, una sfida fisica, un bisogno mentale – e non semplicemente attorno a un luogo. È anche il motivo per cui le persone cercano meno “cosa vedere” e più “che tipo di esperienza vivere”.

Meno luoghi virali

L’overtourism non è più un tema per addetti ai lavori: è una preoccupazione concreta per molti viaggiatori, e compare esplicitamente nelle riflessioni sul futuro del settore. Le tendenze raccolte da Expedia Group e le analisi di Euromonitor indicano un interesse crescente verso alternative più vivibili, itinerari meno saturi e scelte più “intenzionali”, anche quando la meta resta popolare.

Il punto non è evitare le mete famose, ma sapere quando e come andarci – oppure scegliere territori vicini, stagioni diverse, contesti meno saturi. Nel 2026 il valore percepito di un viaggio è sempre più legato alla qualità dell’esperienza sul posto: tempi di attesa, folla, rumore, accessibilità reale. Tutti fattori che oggi pesano quanto (o più) del prezzo.

travel trends 2026 da Expedia Group
Il rapporto Unpack ’26 di Expedia Group è basato su 24 mila sondaggi in oltre 18 paesi

Off-peak travel

Scegliere il fuori stagione non è più sinonimo di rinuncia. Anzi: molte analisi mostrano come la ricerca di valore e qualità spinga sempre più persone verso finestre meno ovvie dell’anno. In questa direzione, Euromonitor parla di viaggi guidati da motivazioni e identità, con un’attenzione crescente a ciò che rende l’esperienza più “vivibile” e autentica, mentre la pressione su alcune destinazioni rende più desiderabili periodi e luoghi alternativi.

Nel 2026 il lusso non è l’hotel a cinque stelle, ma la possibilità di vivere un luogo quando funziona meglio. È un trend particolarmente forte in Europa, dove spostare anche solo di poche settimane un viaggio può cambiare radicalmente l’esperienza.

Treno e viaggi terrestri

Il ritorno del treno non è ideologico, ma pratico. Le previsioni e i dati di domanda raccontati da Skyscanner mostrano come le scelte stiano diventando più personali e “costruite”, e questo favorisce itinerari terrestri dove ritmo e tappe sono più controllabili. Anche Euromonitor colloca la trasformazione del viaggio dentro una fase di intenzionalità e diversificazione: meno format rigidi, più combinazioni, più attenzione alla qualità complessiva dell’esperienza.

travel trends 2026 da SkyScanner
Travel Trends ’26, il rapporto di Skyscanner

Nel 2026 lo slow travel evolve: non è rallentare per principio, ma scegliere consapevolmente quanto e come muoversi. Tratte ferroviarie panoramiche, combinazioni treno-bus, soste intermedie diventano parte integrante dell’esperienza, non un compromesso.

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Pop culture travel

Film, serie TV, concerti, eventi sportivi e culturali continuano a influenzare le scelte di viaggio. Nel report Unpack ’26 di Expedia il “set-jetting” e il fan travel compaiono come tendenze esplicite, ma l’interpretazione più utile per il 2026 è un’altra: il fenomeno si fa più selettivo e più esperienziale.

Non basta “andare dove è stato girato qualcosa”: conta il contesto, l’atmosfera, la possibilità di vivere quell’immaginario senza trasformarlo in una coda permanente per una foto. I viaggiatori cercano esperienze narrative, non solo coordinate geografiche.

L’AI entra nella pianificazione

L’intelligenza artificiale è ormai parte del processo di pianificazione: suggerisce itinerari, confronta opzioni, riduce il tempo di ricerca. Su questo punto Skyscanner è molto chiaro: nel suo report 2026 dedica una sezione specifica all’uso dell’AI per pianificare e prenotare, con dati di survey su quanto le persone si sentano a proprio agio nell’utilizzarla.

Ma insieme all’adozione cresce anche l’attenzione critica: più strumenti intelligenti significa anche più attenzione alla verifica delle informazioni. Orari, stagionalità, regole locali e disponibilità reali restano elementi da controllare su fonti ufficiali. Nel 2026 l’AI è un assistente, non un oracolo.

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Meno performance, più profondità

Benessere, natura e silenzio restano centrali, ma cambiano forma. Non sempre si cercano spa o resort: crescono viaggi legati a hobby “silenziosi”, rituali personali, esperienze immersive ma non spettacolari. È una direzione coerente con l’idea, ribadita dalle previsioni Booking.com, di viaggi sempre più disegnati su motivazioni personali e bisogni specifici, più che su modelli standard.

Il filo conduttore è la ricerca di senso: il viaggio come spazio per rallentare, osservare, apprendere, piuttosto che accumulare. È un trend trasversale, che attraversa età e budget diversi.

Cosa raccontano davvero i trend 2026

Messi insieme, questi segnali dicono una cosa chiara: nel 2026 si viaggia ancora, ma meglio quando si sceglie con metodo. Le persone sono più informate, più selettive e meno disposte ad accettare esperienze mediocri solo perché “iconiche”.

Il vero vantaggio non è seguire i trend, ma usarli come bussola: per scegliere il momento giusto, il ritmo giusto e il contesto giusto. È qui che il viaggio torna a essere un’esperienza di valore, e non solo una voce da spuntare.

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