Glowbirding: cosa significa davvero e perché piace alla Gen Z
Il termine glowbirding è una fusione tra glow (splendere, rifiorire) e birding (migrare), e descrive la tendenza — sempre più diffusa tra i giovani e in particolare nella Generazione Z — a trasferirsi temporaneamente in località più calde e soleggiate durante l’inverno, con l’obiettivo di migliorare il proprio benessere mentale, fisico ed emotivo.
È una versione contemporanea dello snowbirding, il fenomeno che vede da decenni molti pensionati “migrare” verso climi più miti, ma con una differenza sostanziale: il glowbirding non è una fuga passiva dal freddo, bensì una scelta proattiva di benessere, spesso legata al lavoro da remoto, alla cura di sé e alla ricerca di uno stile di vita più equilibrato.
Perché la Gen Z sceglie di scappare dal freddo
Il glowbirding non è solo una moda stagionale, ma una risposta concreta a un bisogno reale: sfuggire agli effetti psicologici negativi dell’inverno, come il calo di energia, la tristezza stagionale e lo stress. L’ascesa del lavoro ibrido ha abbattuto i vincoli geografici, rendendo possibile vivere e lavorare da mete invernali più luminose, anche per qualche settimana o mese.
Secondo un’analisi di Expedia e Vrbo, le prenotazioni per soggiorni lunghi nei mesi invernali stanno crescendo rapidamente, soprattutto tra i viaggiatori tra i 22 e i 34 anni. Le destinazioni più ambite? Quelle che offrono connessione internet stabile, sole garantito e una buona qualità della vita.
Come ha raccontato Gabby Beckford, giovane travel creator intervistata da Expedia: “Fuggire dal freddo non è solo trovare il sole, è stata una cura per la mia depressione stagionale.”
Cosa dice la scienza sul glowbirding
Le basi scientifiche di questa tendenza sono solide. L’esposizione alla luce solare stimola la produzione di serotonina, migliorando l’umore e contrastando i sintomi del Seasonal Affective Disorder (SAD), una forma di depressione legata ai mesi bui. Inoltre, regolare il proprio ritmo circadiano con la luce naturale aiuta il corpo a produrre melatonina in modo più efficace, migliorando la qualità del sonno.
Secondo l’American Psychiatric Association, la terapia della luce naturale è tra i trattamenti non farmacologici più efficaci per chi soffre di depressione stagionale. A questo si aggiungono i benefici ambientali: una ricerca pubblicata su Scientific Reports mostra che trascorrere almeno 120 minuti a settimana nella natura è associato a livelli più alti di salute e benessere percepito.
Insomma, non si tratta solo di una “fuga dai mesi grigi”, ma di una forma attiva di self-care supportata dalla ricerca.
Destinazioni ideali per il glowbirding
1. Las Palmas, Gran Canaria (Spagna)
Las Palmas è la capitale di Gran Canaria, nota per il suo clima primaverile tutto l’anno (18–22°C da gennaio a marzo). Le sue spiagge cittadine, la qualità della connessione internet e una comunità internazionale attiva la rendono perfetta per lavorare da remoto.
- Visto: non richiesto per cittadini italiani (UE).
- Costo della vita:
- Low budget: circa 950–1.200 €/mese (stanza in appartamento condiviso, pasti semplici, coworking gratuito).
- Comfort: circa 1.500–2.000 €/mese (monolocale privato, coworking, ristoranti, tempo libero attivo).
2. Chiang Mai (Thailandia)
Considerata una delle capitali globali dei nomadi digitali, Chiang Mai è tranquilla, sicura, ben servita e piena di caffè e coworking. Il clima è secco e piacevole da novembre a febbraio.
- Visto: esenzione per 30 giorni all’arrivo per turismo. Per soggiorni più lunghi, è necessario richiedere un visto (es. Education Visa, Tourist Visa, o Digital Nomad Visa se disponibile).
- Costo della vita:
- Low budget: circa 600–800 €/mese.
- Comfort: circa 1.000–1.400 €/mese.
3. Città del Capo (Sudafrica)
Una delle città più scenografiche del mondo, con spiagge, montagne, surf e una crescente scena tech. L’estate australe coincide con l’inverno europeo.
- Visto: non richiesto per cittadini italiani per soggiorni fino a 90 giorni. Per lavorare da remoto o restare più a lungo, è necessario un visto specifico.
- Costo della vita:
- Low budget: circa 800–1.100 €/mese.
- Comfort: circa 1.500–2.200 €/mese.
4. Algarve (Portogallo)
Zona costiera del sud del Portogallo, famosa per le sue spiagge e le città storiche come Faro, Lagos e Tavira. Clima temperato tutto l’anno, buona qualità della vita.
- Visto: non richiesto per cittadini italiani (UE).
- Costo della vita:
- Low budget: circa 900–1.100 €/mese.
- Comfort: circa 1.400–1.900 €/mese.
5. Bali (Indonesia)
Bali è un mix di spiagge, natura, spiritualità e coworking immersi nella giungla. Canggu e Ubud sono le zone più popolari tra i remote worker.
Comfort: circa 1.300–1.800 €/mese.
Visto: è possibile ottenere un visto turistico all’arrivo per 30 giorni (rinnovabile una volta). Per soggiorni più lunghi, servono visti come il B211A.
Costo della vita:
Low budget: circa 700–1.000 €/mese.
Come scegliere la meta glowbirding giusta per te
La scelta della destinazione dipende molto da ciò che cerchi: se il tuo obiettivo è contenere i costi, Chiang Mai e Bali sono tra le mete più vantaggiose, offrendo uno stile di vita comodo a prezzi accessibili anche con un budget mensile sotto i 1.000 euro. Se invece preferisci restare in Europa, Gran Canaria e l’Algarve permettono di godere di un clima mite, servizi efficienti e zero burocrazia per chi ha passaporto italiano. Città del Capo, infine, è ideale per chi cerca natura, avventura e un’esperienza immersiva lontano dalle rotte più comuni — pur richiedendo una gestione più attenta del visto se il soggiorno si prolunga.
Valuta anche la disponibilità di spazi di coworking, la qualità della connessione internet, il fuso orario rispetto ai tuoi impegni lavorativi e, soprattutto, la comunità locale di nomadi digitali: sentirsi parte di un ecosistema può fare la differenza tra una semplice “fuga dal freddo” e un’esperienza davvero rigenerante.